Filippo Bombace
Speciale Architetti

Filippo Bombace, architetto, è nato a Roma dove dopo essersi laureato ha aperto il proprio studio professionale, la Oficina de arquitectura.

L’attività professionale di questi ultimi anni, ampiamente documentata da pubblicazioni specializzate italiane ed estere, interviste e filmati ad opera di networks del settore e non, risulta connotata soprattutto da numerosi interventi di nuova edificazione e di recupero in ambito residenziale; la specifica tipologia di interventi ha consentito un particolare approfondimento delle possibilità espressive dei materiali, delle tecniche di esecuzione e soprattutto delle qualità suggestive e ‘compositive’ della luce integrata con il disegno dell’architettura, che ha trovato un significativo riconoscimento nell’assegnazione del premio speciale architettura d’interni, nell’ambito della 3ª edizione del premio Inarch romArchitettura.

Il naturale percorso evolutivo dello studio vede lo stesso oggi impegnato in progetti per complessi abitativi, residenze private e negozi in Italia ed all’estero.

Affianca inoltre alla scala architettonica l’attività di design di componenti di arredo – caratterizzati spesso dalla loro trasformabilità – lampade, la messa a punto di una nuova tipologia di allestimento cucina ed una collezione di pezzi sanitari per l’ambiente bagno (presentata agli ultimi saloni Cersaie), basata sull’integrazione del sanitario con gli accessori di completamento, lavorati esclusivamente in materia ceramica.

Casa Pietrina

Dopo aver girato il mondo per piacere, per studio e per lavoro, un crooner romano definisce nelle vicinanze di San Pietro la nuova abitazione da dividere con la compagna.

E’ così che tra trasferte, concerti, un giro in canoa o una sciata sulle Alpi, prende forma il progetto: in termini spaziali l’intervento architettonico è minimo e individua da subito nel grande ingresso corridoio (memoria di un lusso antico che dedicava spazio e agio a un luogo oggi troppo spesso considerato inutile) la zona dove ricavare il nuovo bagno.

Questo viene ritratto volutamente come un vero e proprio intruso, un volume avulso per giacitura e finitura dal resto dell’abitazione, ‘galleggiante’ ─ grazie al piccolo ‘scuretto’ utilizzato a mo’ di battiscopa ─ sulla calda pavimentazione in parquet di rovere posato a spina ungherese, staccato dal soffitto a lasciar leggere la naturale geometria delle cornici in gesso che lo perimetrano e rivestito da una differente pelle, un parato a disegno macroscopico basato su di un’onda bianca (ancora l’eco di qualche nota?) su un fondo color tortora.

Alcuni complementi di recupero, specchi consolle, orologi, ecc. si alternano a pezzi di design dell’attuale produzione industriale, in un calibrato mix di sapori e materiali in cui moderno e antico giocano una piacevole partita di rimandi, citazioni e sfiori di masse architettoniche, sempre armonizzati però come le manciate di note o con cui il proprietario riesce a fasciarti nei suoi ‘assoli’.

Suite Gigli d'Oro

L’intervento, come tutti i progetti di recupero in centro storico, delicato e al contempo complesso, per localizzazione, dimensioni, sovrapposizione di lavorazioni, ecc. ha richiesto  l’operato di squadre esperte ed affidabili, quali il gruppo di lavoro della Di Francesco & Paternò; persone soprattutto in grado di sposare, oltre la fatica che inevitabilmente connota questo lavoro, anche la pasione ed il pathos  che accompagnano ogni avventura di progetto.

Di Francesco & Paternò, ha curato per Filippo Bombace, la realizzazione dei pavimenti in legno della Suite Gigli d’Oro

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